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Orange Staff Report #2: Raffaele Gennaro
RUOLO: Preparatore fisico
NICKNAME: “Per gli amici del Nord Raffo, al paese di origine sono per tutti Ganga Jr”.

Il tuo lavoro e contributo all’interno dello staff Sanga spiegato ai profani.
Negli ultimi anni la figura del preparatore fisico è stata inserita all’interno dello staff tecnico, questo perché si lavora insieme per arrivare ad un unico obiettivo. Ma svolgo anche il ruolo di collante tra lo staff medico/sanitario e gli allenatori. Prettamente mi piace definirmi esperto del movimento, mi occupo soprattutto della condizione fisica delle ragazze. In spiccioli, le preparo ad affrontare al meglio la stagione, cercando di prevenire gli infortuni e cercando di migliorare le loro performance. P.s. non sono cattivo come dicono sia chiaro;)”.

Le tue esperienze nel basket e nello sport in generale, gli inizi sino al tuo approdo con il Sanga.
“Mi avvicino allo sport in generale fin da piccolo, tentandole un po’ tutte, calcio, basket, hockey su pista e chi più ne ha più ne metta. Mi sono trasferito a Milano dopo la parentesi romana per gli studi in Scienze Motorie, iniziando ad allenare in una società affiliata al Milan. Per la gioia di papà e zio, calciofili e milanisti DOC. C’è finalmente anche il contatto con il basket grazie al mio approdo al Sanga, accontentando stavolta la fazione di mamma dove tutti, ma proprio tutti nella sua famiglia, hanno giocato a basket. Da li il primo contatto con il mondo Orange come assistente mini basket. La fiducia fiducia di Franz e della società, insieme agli studi, mi hanno portato sino a fornire il contributo alla prima squadra”.

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Il tuo modello e fonte di ispirazione nel tuo lavoro.
“Ho provato fin da subito ad approcciarmi alla metodologia dell’allenamento dal punto di vista prima scientifico, e poi del campo. Questo lo devo innanzi tutto ad uno dei mostri sacri del nostro settore, nonché mio docente universitario, Roberto Colli. Da li ho iniziato a studiare i testi e i clinic di Francesco Cuzzolin, non andando tanto lontani, ho seguito prima da Prof e poi da collega sul campo Daniele Gromero. Come mentori italiani degli ultimi anni seguo molto il prof Barbieri e il team Atlas di Roma e i ragazzi di Performance Lab, mentre oltre oceano sono affascinato dagli studi e dalla metodologia di Gray Cook, Stuart McGill e Michael Boyle”.

Un episodio, una grande soddisfazione nel vedere realizzato un tuo progetto, idea, suggerimento.
Non ricordo di aver un particolare episodio da raccontare, ma aver contribuito sul campo alla realizzazione del fantastico poker Lombardo U20 delle Orange non è niente male. Come diceva Chiara Mariani (nella sua intervista di ieri), il nostro lavoro giornaliero ci regala mille soddisfazioni. La fortuna di poter allenare i bambini, oltre alle atlete, realizza il mio più grande progetto, quello di farli divertire ed uscire sorridenti dal campo”.

L’atleta nel mondo del basket o dello sport in generale che avresti voluto affiancare nella tua professione.
“Qui, da buon milanista, il primo atleta che mi viene in mente è “Sheva”. Dai racconti di Carlo Ancelotti e company mi sarebbe piaciuto allenarlo per la sua dedizione. Sarò scontato forse, oppure no, ma nel mondo del basket, nonostante abbia amato Kobe, un atleta che avrei voluto allenare è lui Michael Jeffrey Jordan. Non perché era fortissimo, ma per un aneddoto che mi raccontò un mio prof che ebbe l’opportunità di vederlo allenarsi dal vivo. La frase che non dimenticherò mai è: “ragazzi, Jordan con la palla in mano era incredibile, sappiamo tutti che sa giocare a golf e baseball, ma voi non avete idea di quello che sa fare anche con una palla tra i piedi. Semplicemente il più performante di tutti”.

Il rapporto con il resto dello staff e l’importanza del lavoro di gruppo.
“Come già anticipato prima, il rapporto con lo staff è fondamentale. Si programmano dall’inizio i carichi e le sedute di riposo, ma non solo. Con il “Doc” Maniero ci sentiamo costantemente a fine di ogni allenamento, monitorando la salute delle ragazze e adattando i lavori”.

Tu e le Orange: lavoro insieme, aneddoti e racconti del tuo rapporto con la prima squadra.
“Allora, se io sono il collante tra staff tecnico e sanitario, Giullu (il capitano) è la mia porta voce con le ragazze, tutte le mie comunicazioni passano da lei prima di arrivare nello spogliatoio. Lei vorrebbe avere anche le mie braccia ma su questo ci stiamo lavorando;) Più che aneddoti abbiamo qualche rito pre partita, dalla spallata a “Zapp” post riconoscimento, al saluto diverso con alcune giocatrici prima della palla a due, alle mie fantastiche smorfie, spesso di dolore, dopo un nostro errore. So già che le ragazze staranno ridendo;)”.

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