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Orange Coaches report# 1: Lorena Villa
Ruolo: Responsabile Settore Minibasket con particolare cura del passaggio al Primo anno di Basket Femminile.
Nickname: Lory.

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Professione coach: lavoro, obbiettivi, peculiarità del tuo incarico al Sanga.
“Ho la tessera di Coach ma negli ultimi anni mi sono maggiormente dedicata alle “piccoline”. Le accolgo nei loro primi passi nel mondo del minibasket , accompagnandole  fino al primo anno di basket dove le lascio nelle mani dei miei colleghi allenatori che continuano la loro crescita sportiva. L’obiettivo è quello di costruire cestiste, ognuno di noi tecnici mette un mattoncino per arrivare alla fine del percorso sportivo ed avere delle vere giocatrici. Ma il mio impegno non si riduce solo a questo, nel mio piccolo cerco di aiutare queste giovani donne a crescere come persone, a diventare indipendenti nel prepararsi e gestire i propri impegni, lavoro sulla loro autostima incoraggiandole e sostenendole. Ma soprattutto cerco di farle appassionare alla pallacanestro e al SangaMondo in particolare”.

Le tue esperienze nel basket e nello sport in generale, gli inizi sino al tuo approdo con il Sanga.
Inizio come giocatrice all’età di 9 anni con il “bidello” della scuola elementare che mette insieme un gruppetto di scappate di case per giocare a minibasket. Proseguo passando alla Pallacanestro Feltre dove gioco dalle giovanili U13 alla serie C (una volta terza categoria visto che c’erano solo serie A, B e C) fino all’età di 27 anni quando, dopo aver avuto la prima figlia, decido di smettere a causa dello scioglimento della mia amata società. Mi allontano dalla pallacanestro per qualche anno per poi riavvicinarmi quando la figlia primogenita decide di giocare anche lei a questo splendido sport. E’ lì che conosco il Sanga e decido di intraprendere la carriera di Coach (2007) e in seguito di Istruttore Minibasket (2008). Da allora collaboro con Sanga e San Gabriele con i gruppi minibasket e giovanili femminili”.

Il tuo modello e fonte di ispirazione nel tuo lavoro.
Ho amato questo sport da quando l’ho conosciuto, un vero amore a prima vista. Ma la passione vera l’ho sviluppata grazie alla mia coach di sempre Fiorella Alderighi. Ex giocatrice di serie A e della Nazionale Italiana, una pazienza e una costanza nell’insegnare, ripetere, correggere che ho visto in pochi altri. E’ a lei che mi ispiro, ai suoi modi pacati ma decisi, al suo modo di trasmettere l’amore per la pallacanestro grazie alla precisione dei suoi insegnamenti e delle sue correzioni sempre attente”.

Un episodio, una grande soddisfazione nel vedere realizzato un tuo progetto, idea, suggerimento.
“Le mie più grandi soddisfazioni arrivano quando vedo chiamare le “mie bimbe” ai raduni regionali o nelle squadre nazionali, o quando qualcuna di loro arriva a giocare nella nostra serie A. Vedere quest’anno Lisa Stilo guadagnarsi minuti su minuti in prima squadra per me è stato bellissimo”.

L’atleta nel mondo del basket o dello sport in generale che avresti voluto affiancare nella tua professione.
Domanda difficile, affiancare non saprei, non penso di essere in grado di affiancare nessuno dei grandi Coach di oggi, la mia preparazione si limita al minibasket e alle prime categorie giovanili, il resto è solo esperienza da ex giocatrice. In compenso ci sono alcuni grandi personaggi del basket che mi piacerebbe conoscere, uno su tutti Mike D’Antoni. Un mito quando giocava a Milano ed ora allenatore nella NBA”.

Importanza del lavoro di gruppo, quanto incide sia nella qualità del vostro incarico che nel dare spazi, insegnamenti e stimoli alle ragazze.
Avere gruppi coesi è una delle cose più importanti in uno sport di squadra, più della tecnica e del talento di qualsiasi singolo giocatore. Il gruppo che lavora insieme, sfruttando e apprezzando i talenti di tutte le compagne è un gruppo vincente. Questo non vuol dire avere un gruppo di “amicone”, non guasta ma non deve essere per forza così. Significa avere un gruppo che si rispetta, che capisce il valore di tutte le compagne e impara a valorizzare le loro peculiarità”.

Coach declinato al femminile: la tua esperienza, le difficoltà ed eventuali ostracismi di un mondo spesso monopolizzato dagli uomini.
Non saprei, faccio basket perché mi piace, lavoro con le bimbe e con i gruppi molto giovani e lì non mi è mai capitato di avere problemi di questo tipo, nessuno si è mai permesso di trattarmi senza rispetto. A livello generale però vedo tanti uomini allenare e pochissime donne, e non solo sono poche nei campionati maschili ma anche in quelli femminili. Forse qualche Quota Rosa in più non ci starebbe male in entrambi i casi.

Tu e le Orange che crescono: lavoro insieme, aneddoti e racconti del tuo rapporto con le squadre che stai seguendo da vicino.
Un aneddoto solo: anno sportivo 2018/19 gruppo di bimbe di 10 anni, finisce l’allenamento e loro si stanno cambiando. Nella palestra dopo di noi un gruppo di altre bimbe stanno per iniziare ginnastica artistica, indossan dei body striminziti tutti pieni di perline e paillettes. Le mie bimbe si avvicinano a me e iniziano a guardarle. Per scherzare dico loro senza farmi sentire dalle ginnaste: “Dite la verità, piacerebbero anche a voi quelle belle tutine?” Ai voltano tutte a guardarmi e una mi risponde “Ma sei matta?”. Nemmeno morta!” E le altre scoppiano a ridere.

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