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Orange Staff Report #6: Carlo Ferrario
Ruolo: Team Manager
Nickname: Yoghi

Raccontaci del tuo lavoro e del tuo contributo all’interno dello staff dirigenziale Sanga.
Sono il team manager della squadra di A2, inoltre faccio parte anche del consiglio direttivo del Sangabriele basket per quanto riguarda le giovanili femminili. In arte preferisco definirmi il “bidello” della società, cioè colui che si muove con discrezione dietro le quinte. Per fare in modo che tutti funzioni in modo perfetto (o quasi), cercando di non essere mai al centro dell’attenzione. Diciamo che mi reputo contento se gli altri sono felici, mi da gioia  che tutto lo staff e le atlete siano coccolate il più possibili in modo da fare ciò che sanno senza pensieri. Ovviamente questo e ciò che faccio nel mio tempo libero (ora ahimè ne ho molto visto che sono disoccupato causa covid 19) il mio lavoro principale è invece quello e costruire, allestire e riparare veicoli da campeggio, laboratori mobili, ecc”.

Le tue precedenti esperienze sportive.
Come molti di noi sono stato, ahimè molti lustri fa, un giocatore di basket decente arrivando sino alla serie B). Carriera che purtroppo si è conclusa con la rottura dei crociati anteriore posteriore e mediale del ginocchio sinistro, infortunio avvenuto durante un amichevole. Purtroppo all’epoca non esistevano tecnologie così moderne come quelle attuali per gli interventi, per cui ho potuto riprendere solo dopo molti anni di fermo, giocando in una neo squadra amatoriale dell’oratorio di Cristo Re dove ho avuto il privilegio di incontrare l’attuale presidente del Sangabriele basket Giovanni Matteoni. Ho concluso la mia carriera a 34 anni militando nella Di.Po Vimercate, dove ovviamente si giocava un basket da Minors molto sentito”.

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Come nasce è quando è iniziata la tua collaborazione con lo staff Orange.
“La collaborazione con Sangabriele prima e poi con Sanga è iniziata nel 2006, quando a mia figlia Michela è venuta la voglia di giocare a basket rendendo questo enorme orso Yoghi estremamente orgoglioso. Grazie a due mostri sacri come Lorena (minibasket) prima e Giorgia Colombo poi si è risvegliata in me la voglia di partecipare attivamente a questo per me allora sconosciuto mondo femminile. Mi venne chiesto di sostituire il dirigente Paolo Frabetti, con cui grazie al coach Giorgia vinsero il titolo regionale in una mitica finale a quattro, ho preso la strada del dirigente accompagnatore seguendo il percorso negli anni del gruppo 2000, questo anche quando mia figlia ha terminato la sua esperienza per dedicarsi allo studio. Con il Sanga il passaggio è avvenuto quando mi è stato chiesto di occuparmi delle statistiche ufficiali della lega, da li con un crescendo di compiti e di soddisfazioni sono arrivato da due stagioni ad essere il Team Manager (occulto cosi Franz si arrabbia:) di un gruppo che tutta Milano ci invidia e di cui vado fiero”.

La più bella soddisfazione, il momento più intenso o toccante che ricordi come dirigente.
Da dirigente ci sono moltissime situazioni che mi vengono in mente, ma preferisco da buon bidello tenerle per me come ricordi personali, che accrescono di giorno in giorno il mio scibile”.

Un episodio, un aneddoto che spieghi il rapporto che ti lega al Sanga.
“Più che un aneddoto direi che il motivo (nel bene e nel male finchè morte non ci separi:) è l’amicizia che mi lega con il nostro patron Franz Pinotti. Abbiamo sicuramente una visione uguale di come debba essere lo sport e di quello che vogliamo che il Sanga Mondo diventi nel tempo futuro. Come ho già scritto a me piace rimanere nell’ombra e quindi quando Paolo Cerrato può cedo volentieri la poltrona di dirigente accompagnatore, per esprimere l’amore che ho per questo sport attraverso la fotografia dove finalmente sono libero di esprimermi come desidero”.

Dirigente e genitore, come si concilia il ruolo e quali gli episodi divertenti legati a questo doppio ruolo.
“Come padre ex giocatore ho vissuto il rapporto dirigente-padre penso (non sta a me giudicarmi) nel migliore dei modi perché ho sempre lasciato le due cose distinte. Facendo il mio dovere senza mai interferire con il lavoro svolto dai tecnici, godendo in privato di quei momenti in cui vedi tua figlia in campo a cui vorresti insegnare tutto quello che sai ma ovviamente ti trattieni, perchè non sei tu l’allenatore e ti diletti con quello che vedi. Ecco questo e un rapporto in cui al Sangabriele teniamo molto, perché troppo spesso vediamo genitori che non si godono la partita come dovrebbero fare ma nascono allenatori. Disturbando il lavoro dei tecnici e molto spesso mettendo in imbarazzo i figli stessi. Questo è lo sport più bello del mondo onoriamolo sempre”.

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