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Questa settimana abbiamo pensato di realizzare l’intervista doppia coinvolgendo Franz Pinotti, allenatore della Serie A2, e Maurizio Mazzetto, suo assistente (insieme ad Andrea Piccinelli). Abbiamo parlato di basket, ma non solo di quello..Ecco cos’abbiamo scoperto!

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Nome ed età: 
F: Franz, 56 anni.
M: Maurizio, 59 fra meno di un mese.
Da quanto tempo sei allenatore?
F: dal 1974 e cioè da quando io, nato nel ’58, allenavo i nati nel ’62 e nel ’66.
M: da enne anni, oltre 35 anni di passione.
Prima di allenare giocavi? Se sì, che tipo di giocatore eri?
F: ho iniziato ad allenare mentre giocavo. Giocavo come Play/Guardia, avevo un buon tiro e una buona visione di gioco; partivo sempre dalla panchina e ho giocato al massimo in Promozione.
Ho smesso di giocare presto: 27 anni avevo già perso papà e mamma e ho dovuto concentrarmi sul lavoro.
M: si, molto aggressivo in difesa e determinato in attacco (ruolo Play).
Perchè hai deciso di diventare allenatore?
F: ho cominciato in Spagna a 11 anni. Mio cugino mi portava a vedere le partite del Barcellona e ai raduni della nazionale spagnola. Molto di quello che so, l’ho imparato in Spagna. I miei idoli di allora erano San Epifanio e il play Corbalan, senza contare gli idoli made in U.S.A, sponda Los Angeles Lakers.
Guardavo le partite dell’Olimpia Milano sin da quando si chiamava Simmenthal, e poi quella fortissima con Mike D’Antoni e il grandissimo Bob McAdoo.
M: per colpa di un virus, la baskite.
Qual è stato il tuo maestro o modello?
F: innanzitutto mio cugino Franco, Allenatore Nazionale e Scouting per ACB e NBA. Poi devo molto a Massimo Meneguzzo e Giovanni Papini.
I miei modelli? Bianchini, Taurisano, per la difesa Giancarlo Primo ma come non essere affascinati dal mitico Dan Peterson? Poi ho seguito Ettore Messina e Zelimir Obradovic.
M: un maestro in particolare nessuno, ho cercato di apprendere un po da tutti, in particolare da Pete Newell, Dan Peterson e Arnaldo Taurisano.
C’è un allenatore che oggi ammiri particolarmente?
F: ora quello che più mi affascina è Meo Sacchetti.
M: nessuno in particolare.
La giocatrice più forte contro cui hai dovuto preparare una difesa?
F: Susanna Stabile, immensa. E la difesa la sto preparando in questa settimana perché ci gioco purtroppo contro domenica.
M: più che una difesa su una giocatrice in particolare, mi piace preparare una difesa di squadra contro una squadra.
Qual è la partita più bella che ti viene in mente della tua carriera da allenatore?
F: la finale per salire in serie A1 nel campionato 2012/13. La prima gara giocata a San Martino di Lupari.
Perdemmo dopo due tempi supplementari davanti a un favoloso pubblico tutto vestito di giallo che è stato il sesto uomo in campo di San Martino promossa in A1.
Poi la doppia vittoria salvezza contro Biassono nell’anno 2010/11. Quell’anno vincemmo 5 volte su 5 il derby con loro. Ma la nostra vittoria dello scorso anno 13/14 a Muggia è stata quella più esaltante. Con un manipolo di giovani guidate da Stabile, Frantini e Cala abbiamo giocato la partita perfetta.
Per quest’anno invece… la partita più bella da ricordare la dobbiamo ancora giocare, ma l’ho già in mente!
M: sono state parecchie, sarebbe riduttivo citarne una in particolare, perché farei un torto a tutte quelle partite, giovanili e senior che mi sono rimaste nel cuore per la determinazione che le/i giocatrici/ri ci hanno messo.
Segui altri sport?
F: si certo, sono un appassionato di atletica leggera, formula 1, tennis.
M: calcio, tennis, automobilismo, motociclismo.
Quali sono le tue passioni oltre al basket?
F: leggo molti libri e vedo molti film. Mi piace fotografare e conoscere pianeti, stelle e costellazioni.
Ascolto la musica. Adoro giocare a ping pong (posso giocare con la mano destra o sinistra) e a scacchi.
M: la famiglia.
A cena con chi e dove…
F: con Julia Roberts di cui sono innamorato da sempre. Una bella cena a casa di “Max e Bella” come nel film Nottingh Hill. E alla fine lei che mi dice: “Sono anche una semplice ragazza che sta di fronte a un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla”. NdR – Nottingh Hill è la storia di un normale libraio che innamorato di una grande attrice… finisce per incontrarla davvero.
M: con mia moglie a Londra.
Hai un weekend di pausa, senza partite: che fai?
F: spesso mi ritrovo a guardare altre partite che mi interessano (in palestra o in video) e in cui posso imparare o studiare qualcosa. Quando esco da questa ossessione… mi piace andare al cinema o al parco con i due cani che amo: Maggie e Dallas.
M: finalmente posso trascorrere un po’ di tempo con Loredana.
Parlando del ‘passato’ ci vengono in mente due associazioni di idee: Franz e l’architettura, o l’arte in generale, e Maurizio e la musica. Sono corrette?
F: sono cresciuto a Barcellona, giocando nel giardino della Sagrada Familla. Come non essere influenzato dal grandissimo architetto spagnolo Antoni Gaudi y Cornet? Semplicemente Gaudì con le sue visioni e la sua ostinazione contro l’ovvietà di un angolo retto. Studi di pesi e contrappesi per far star in piedi archi iperbolici e deliziose curve. Per me l’Arte è un pane che mangio quotidianamente. Picasso e Dalì per giocare in casa. Ma Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Raffaello, ma anche il Bramante, il Bernini, Chagall o la pittrice Tamara de Lempicka. Sono tantissimi, partendo dagli Impressionisti che conosco meglio di tutti, passando dal siciliano Renato Guttuso di cui ho apprezzato le opere perché portato dal mio prof. Mario De Micheli a Venezia per aprirmi gli occhi con le sue chiavi di lettura sulla pittura. Sino ad arrivare ai quasi giorni nostri con Escher, Magritte, Botero, Keith Haring e il decostruttivismo architettonico. Non posso non citare Il Guggheneim Museum di Bilbao e la Casa Danzante di Praga, progettate da Frank Gehry.
Tralascio la letteratura che comunque considero Arte al pari delle sorelle, compresa la fotografia, la musica, perché ci perderemmo tra pagine di incantevoli parole scritte, e note musicali dal Country al Rock.
Da ragazzo scrivevo in terza pagina, la pagina culturale, la più importante, de L’Arena di Verona… e sono stato componente dello STUDIO ARCHTRON, con il quale ho fatto esposizioni a Brera e in Fiera.
Siamo finiti persino su L’Espresso come i Nuovi Giovani Artisti Designers degli Anni 80 e al TG3.
M: è vero.. ho un trascorso di dj in radio (libera) e discoteca.
Se potessi rinascere chi vorresti essere o in che epoca vorresti nascere?
F: vorrei rinascere me stesso, in questa epoca, con il cervello e l’esperienza di adesso e poter rivivere la mia vita. Cambierei alcune scelte importanti e manterrei le mie due splendide figlie 😉 magari chiederei un pizzico di fortuna in più.
M: quello che sono e in questa epoca.
Descrivi te stesso in tre parole:
F: visionario, ostinato e creativo.
M: rompic…ni, leale e determinato.
Descrivi l’altro in 3 parole:
F: determinato, corretto e dolce.
M: spirituale, preparato e altruista.
Citazione da un libro o da una canzone che ti è rimasta in mente:
F: “Il mio prossimo è un campo di grano davanti alla mia fame” lo ha scritto mia madre, Myriam Stefani.
M: “Abbi ben chiare le cose da dire, le parole verranno”.
Il giorno della partita spesso le giocatrici o i giocatori seguono dei ‘riti’ scaramantici. Tu?
F: ho sempre messo la lavagnetta in un preciso modo sulla panchina o sotto la sedia. Da quest’anno, per la prima volta, la consegno sempre in mano, anche a fine time out, a Maurizio Mazzetto o Andrea Piccinelli e penso che questo gesto mi porti fortuna. Alla fine dell’anno vedremo se è vero…
M: anch’io, ma top secret.
Uno sguardo al campionato: parliamo delle partite fin qui disputate e di cosa vi aspettate dal girone di ritorno, che ormai è alle porte?
F: Abbiamo disputato sei partite, e mai in formazione completa. Ne abbiamo vinte due, quelle giocate in casa, e perse quattro, tutte giocate in trasferta contro le quattro squadre che a settembre nel ranking occupavano le prime quattro posizioni nelle previsioni di tutti.
La sconfitta contro Torino non la considero, perché giocata praticamente con le Under 19. Con Broni, Genova e Geas abbiamo perso di pochissimo (-6; -3; -8) e sempre dominando per lunghi tratti di gioco.
Diciamo che sono moderatamente soddisfatto. Abbiamo un gruppo con un grandissimo margine di miglioramento. Serve amalgama e fiducia nei propri mezzi. Non dobbiamo e non vogliamo piangerci addosso. A cominciare da domenica prossima, contro la Carugate delle ex Stabile, Frantini, Giunzioni e Cesari, vogliamo imporre il nostro gioco giornata dopo giornata in un crescendo Rossiniano. Dobbiamo solo portare quello che sappiamo fare, mentalmente più che fisicamente, ai fatidici 40 minuti di intensità. E alla fine tireremo i conti.
M: qualche rammarico nel girone di andata, nel girone di ritorno molte soddisfazioni.

Come anticipato da Coach Franz, domenica 23 novembre (ultima giornata del girone di andata) le ragazze del Ponte Casa d’Aste Sanga Milano affronteranno la Castel Carugate. Palla a due alle 18 al PalaGiordani di via Cambini, Milano.

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