Questa settimana tornano le interviste doppie con una coppia imperdibile: Dario Lovino e Mattia Matteoni. Super impegnati con il minibasket e giocatori dei Tigers si raccontano in un’intervista davvero divertente!
Nome:
M: Mattia
D: Dario
Soprannome:
M: Svariati, dai diminutivi del nome (Tia, Matti) a “Figlio mio” che non è proprio un soprannome ma un’apposizione, o molti altri che per questione di fascia protetta non posso spiegare.
D: Ne ho diversi: “Darione” perché fin da piccolo sono sempre stato un omone, quindi i miei compagni di squadra mi chiamavano così. Negli ultimi anni, in coppia col mio socio di intervista, sono “Figlio mio”. In realtà anche lui sarebbe “figlio mio”, quindi due figli e zero genitori!
Chi alleni e come va il campionato?
M: Un sacco di gente! Fra poco prendo la residenza in Frigia!
Alleno i Pulcini Frigia con ad Alice; gli Scoiattoli Frigia con Dario da cui abbiamo tirato fuori due squadre ed entrambe stanno andando piuttosto bene; gli Aquilotti Frigia sempre insieme a Dario che stanno andando molto bene; gli Under17 insieme a Laura che, nonostante alti e bassi ogni tanto regalano qualche soddisfazione e, infine, gli Under19 con Roberto, che sono dei bravi ragazzi.
D: Dopo diversi anni passati a seguire le squadre under femminili assieme a Coach Giorgia Colombo, quest’anno alleno aquilotti e scoiattoli in Frigia, gruppi numerosissimi ma che stanno dando grandi soddisfazioni!
Come vi dividete il lavoro durante gli allenamenti?
M: Ormai abbiamo consolidato questa prassi: con gli Scoiattoli, che non sono mai meno di 25, ci dividiamo sulle due metà campo lavorando autonomamente, dedicando l’ultimo quarto d’ora alla partitella. Con gli Aquilotti, invece, preparo io l’allenamento e ci dividiamo i compiti al momento, tenendo sempre un quarto d’ora per giocare.
Quindi direi che il lavoro è diviso 50/50. Facciamo 55/45 va!
D: Siamo ben organizzati, con i 30 Scoiattoli ci dividiamo in due gruppi sulle due metà campo, organizzando un allenamento mirato in base alla diversa esperienza dei mini-atleti. Per gli Aquilotti mi affido alla sapienza di Mattia che prepara sempre ottimi esercizi da mettere in pratica assieme.
Perché hai iniziato ad allenare?
M: Come tutti, per passione. Poi dopo due anni in cui andavo principalmente per dare una mano mi sono iscritto al corso e sono diventato “ufficialmente” istruttore minibasket. Ne approfitto per ringraziare le persone con cui ho allenato in Frigia in questi anni: Ramon, la Giò, Dado, Luca, Mipo e tutto lo staff minibasket attuale.
D: Credo di avere iniziato andando ad aiutare a tempo perso l’allenatore della squadra di mio fratello. Poi evidentemente portavo cosi bene coni e cerchi che mi hanno proposto di farlo seriamente! Ho iniziato ad allenare quasi 10 anni fa in via Mattei gli Scoiattoli, che ora guidano la macchina e mi fregano il posto in squadra!
Descrivi l’altro in tre parole:
M: Alto, burlone, cinefilo.
D: Creativo, imprevedibile, affidabile.
Cosa pensi dirà di te?
M: Ho paura tiri fuori qualche perla delle sue.
D: Qualche insulto amorevole.
Cos’è per te il mondo Sanga’s Tigers?
M: È una grande famiglia, ed essendo una famiglia ci vogliono un grande dialogo ed una grande coesione affinché tutte le parti (in questo caso settore maschile, femminile e minibasket) vadano d’accordo. Direi che ci stiamo riuscendo egregiamente.
D: Un mondo dove tutti, dagli allenatori, ai dirigenti, ai giocatori e le famiglie condividono la passione per la pallacanestro e per i principi morali ad essa collegati.
Sei anche un giocatore, oltre che un istruttore?
M: Gioco, e sono allenato da coach Blatt(a), ovvero Nick.
Il campionato (Uisp Golden League) è abbastanza impegnativo e sta andando maluccio (al momento siamo ottavi su dieci squadre), ma l’importante è pur sempre divertirsi e andare a fare una cena di costine all you can eat anche dopo una sconfitta di 40 punti.
Per chi legge e vuole venire a vedere del bel basket giochiamo le partite casalinghe in Frigia la domenica sera alle 19.30. Visione sconsigliata agli stomaci deboli.
D: Gioco nel Tigers Uisp, squadra che l’anno prossimo compirà 10 anni e della quale mi reputo, assieme a Mattia, il fondatore morale.
Quest’anno ci siamo qualificati per il campionato golden per la prima volta nella nostra storia e stiamo pagando un po di inesperienza; a vittorie esaltanti alterniamo imbarcate clamorose. Ma la cosa fondamentale che ci rende sempre felici é descritta nella prossima domanda.
Post partita: dove, come, con chi?
M: Anche se mi prendono in giro perché a volte (soprattutto dopo le partite casalinghe) latito, il post-partita/allenamento tipo è andare dalla mitica Ile allo Sporting a bere una birra (o anche due o più in caso di sconfitta pesante).
Anche se ultimamente (e per la linea non è proprio un bene) si sta virando verso altri orizzonti come all you can eat sushi, costine, iguanodonti e similari.
D: Il motivo che spinge noi giocatori amatoriali a presentarci in palestra anche se in TV c’è la Champions League (problema che essendo milanista non si pone) o il cinema a 3€ é il post partita/allenamento. Solitamente il gruppetto dell’uscita post é capitanato dal sottoscritto, da coach Zappetti e dall’intervistatrice, che raccolgono le adesioni dei lavoratori da ufficio che molto spesso si rifugiano dietro a un “io domattina mi alzo 7 e non alle 10 come voi”. Alla fine 5-6-7-8 persone ci sono sempre: si parla di tutto, si mangia di tutto e non si beve di tutto (mammoletta chi prende la Coca).
Chi è per te l’altro?
M: momento Kleenex on - un vero amico, con cui ho passato (e passerò, spero) momenti indimenticabili, una persona su cui fare cieco affidamento e una delle più importanti della mia vita –momento Kleenex off, se esauriti ripetere l’operazione.
D: Ci conosciamo e frequentiamo da quando siamo all’asilo, quindi lo reputo come un fratello ormai. Facciamo le vacanze insieme, i sabato sera insieme, purtroppo anche la doccia insieme dopo gli allenamenti, quindi più stretti di cosi non si può!
Per cosa lo prendi in giro più spesso?
M: Perché non porta le paste all’allenamento dopo aver preso il tecnico e, visto che la cosa accade con una certa frequenza, a fine dell’anno sarà costretto ad ordinare un servizio catering a cui tutti i lettori di questa intervista saranno invitati. E poi lo prendo in giro per la sua fobia per gli insetti. E perché non sa la Geografia, quello mi manda in bestia.
D: Solitamente ci prendiamo in giro per un sacco di cose: dai suoi approcci con le ragazze, al suo modo di guidare, alla sua diplomazia variabile, ma le cose più divertenti sono: minacciarlo inseguendolo con un pezzo di grana (ha la formaggiofobia) e cercare di attraversare piazza del duomo insieme a lui (piccionifobia), sono sempre risate assicurate!
Aneddoto o ricordo divertente dei vostri anni nei Tigers:
M: Ne racconto due: proprio riguardo alla fobia per gli insetti un mio vezzo è, ogniqualvolta ne trovo uno, tirargli addosso insetti mentre si fa la doccia. Quest’anno a Trezzano dopo la partita (ovviamente persa) ha passato un brutto quarto d’ora con una cimice.
Il secondo, invece, è accaduto qualche anno fa, non in partita o allenamento bensì al campetto. Durante un torneo al campetto di Piazza Farini, dopo un mio canestro segnato mi dice: “Bravo, figlio mio” un avversario ci guarda e, nonostante io e Dario abbiamo soltanto un anno di differenza, esclama: “Ma è veramente tuo figlio?”.
D: Quattro anni fa abbiamo vinto una partita al supplementare perché gli avversari erano usciti tutti per 5 falli. La cosa incredibile é che 5 contro 2 eravamo ancora 80 pari e loro in due erano riusciti, poco prima, a farci canestro facendo rimessa dalla parte opposta del campo. Cose incredibili!
Come ti vedi fra 5 anni?
M: Con meno capelli, ma più saggezza.
D: Fra cinque anni mi vedo con un lavoro, una casa mia, qualche responsabilità in più ma la stessa voglia di fare e divertirmi!
Cosa vi piace fare nella vita quando non siete in palestra?
M: Mi piace cucinare (specialità: dolci, pasta fresca e pollo al curry), uscire con gli amici (che ahimè comprendono anche Dario) e fare il giudice alle gare di dressage. Una delle tre è falsa, sta a voi lettori indovinare quale!
D: Il basket é una grande passione ma non é tutto: ho una laurea magistrale in psicologia del lavoro, quindi a breve (speriamo) toccherà anche a me puntare la sveglia alle 7 del mattino. Tra le mie passioni anche il calcio, fantacalcio (dove combatto con Mattia e coach Zappetti) e, come il peggiore dei bambini, possiedo una collezione di quasi 1000 videogiochi!
Salutatevi:
M: Uè.
D: Figlio mio, sushi domani? O torneo alla Wii a casa tua?